DESIDERO CONDURVI AL PADRE

Messaggio della Madonna a Medjugorje (18.03.93) "Cari figli! Il mio desiderio è questo: datemi le vostre mani così potrò portarvi c...

venerdì 22 agosto 2014

21 AGOSTO 1879 - APPARIZIONE DI KNOCK (IRLANDA)

21 agosto 1879 
Apparizione di Maria SS. S. Giuseppe, S. Giovanni e l'Agnello
Knock (Irlanda)

Forse non è un caso che l'apparizione di Knock sia avvenuta la sera, ormai vigilia del giorno 22 agosto - festa di Maria Regina (del Cielo e della Terra)

Se volete, vedetevi questo video con splendido canto e riassunto dell'apparizione - Golden Rose, Queen of Ireland

Leggi altro su: http://messaggidijacarei.blogspot.it/

giovedì 21 agosto 2014

21 AGOSTO - SAN PIO X

Pio X (Giuseppe Melchiore Sarto) papa dal 1903 al 1914
INSTAURARE OMNIA IN CHRISTO

 
Signor Cardinale,
Fin dai primordi del nostro Pontificato rivolgemmo la massima cura all'istruzione religiosa del popolo cristiano e in particolare dei fanciulli, persuasi che gran parte dei mali che affliggono la Chiesa provengono dall'ignoranza della sua dottrina e delle sue leggi. I nemici di essa le condannano bestemmiando ciò che ignorano, e molti de' suoi figli, mal conoscendole, vivono come se tali non fossero. Perciò insistemmo spesso sulla somma necessità dell'insegnamento catechistico, e lo promovemmo da per tutto, secondo il nostro potere (...) Ci sembra di non dover ritardare più oltre una sostituzione di testo per vari motivi riconosciuta opportuna, fiduciosi che esso, con la benedizione del Signore, tornerà molto più comodo e altrettanto, se non più vantaggioso dell'antico, sia perchè il volume del libro e delle cose da apprendersi, assai diminuito, non disanimerà i giovanetti, già molto aggravati dai programmi scolastici, e permetterà ai maestri e catechisti di farlo imparare per intero; sia perchè vi si trovano, nonostante la brevità, più spiegate e accentuate quelle verità che oggidì, con immenso danno delle anime e della società, sono più combattute, o fraintese, o dimenticate.  Anzi confidiamo che anche gli adulti, i quali vogliano, come talora dovrebbero per viver meglio e per educar la famiglia, ravvivare nell'animo le cognizioni fondamentali su cui poggia la vita spirituale e morale cristiana, siano per trovare utile in ciò e gradita questa breve somma, assai accurata anche nella forma, dove incontreranno esposte con molta semplicità le capitali verità divine e le più efficaci riflessioni cristiane. Questo Catechismo, pertanto, e i Primi elementi che da esso, per comodità dei fanciulletti, abbiamo disposto si ricavino senza mutazione di parola, Noi, con l'autorità della presente, approviamo e prescriviamo alla diocesi e provincia ecclesiastica di Roma, vietando che d'ora innanzi nell' insegnamento catechistico si segua altro testo. (..)

dalla LETTERA DEL SANTO PADRE PIO X  AL CARD.  RESPIGHI, VICARIO DI ROMA

Il Catechismo di san Pio X è una sintesi della dottrina della Chiesa cattolica che papa san Pio X richiese per la diocesi di Roma; è strutturato in domande brevi con relativa risposta
Sul sito del Vaticano non ho trovato una versione ufficiale di questo Catechismo. Quindi riporto le due versioni del "Compendio della Dottrina Cristiana" di San Pio X, il cosiddetto Catechismo Maggiore

1 -  Versione con preghiere aggiornate nel 1967:    indice  o pdf

2 - Versione con preghiere in latino e indulgenze aggiunte:   indice

Il Catechismo Minore è un estratto del Maggiore, ad uso dei corsi di catechismo per bambini.

La vita di Papa Sarto e i suoi scritti li potete trovare qui: http://www.museosanpiox.it/sanpiox/

Indulgenza plenaria concessa per il centenario della morte: Pellegrinaggi ai luoghi di S. Pio X

Messaggio di San Pio X a Renato: santificaivos

martedì 19 agosto 2014

TRISAGIO ALLA SS. TRINITA'

 

Per il segno (+) della Santa Croce, dai nostri nemici (+) liberaci Signore, (+) Dio nostro.
Nel nome del Padre, del Figlio (+) e dello Spirito San­to. Amen.
 
V - Sia benedetta la santa indivisibile Trinità, ora e sempre nei secoli dei secoli.
R - Amen. 
V - O Dio, vieni a salvarmi. 
R - Signore, vieni presto in mio aiuto.
V - Gloria al Padre e al Figlio e allo Spirito Santo.
R. - Come era nel principio, ora e sem­pre nei secoli dei secoli. Amen.
  

Atto di contrizione
Amorosissimo Dio trino ed uno, Padre, Figlio e Spirito Santo, nel quale credo, in cui spero, che amo di vero cuore: conosco che essendo voi mio Padre non vi ho amato, essendo mio Redentore vi ho disprezzato, essendo mio Benefattore non vi ho corrisposto: ma ora pentito dei miei errori, confesso il gran torto che vi ho fatto, e propongo fermamente di non più peccare, e di amarvi sopra ogni cosa; perché siete infinitamente buono e degno di essere amato.Perdonatemi, o mio Dio, l'abuso da me fatto della vostra grazia: spero che per l'intercessione di Maria Santissima mi concederete ciò che vi domando. Così sia.
 
 

INNO

Già declina al tramonto il sol di fuoco,
Tu che sei unità, luce perenne,
Trinità divinissima,
Tu infondi la Tua carità nei cuori.
 
Nella candida aurora Ti lodiamo
Nel tramonto liete lodi Ti innalziamo,
Affinché Tu conceda ai supplicanti,
Di lodarti un dì con tutti i Santi.
 
Al Padre Eterno, al Figlio Suo Unigenito,
E a Te, dator d'eterna vita, Spirito,
Ora e sempre nei secoli dei secoli,
Si dia gloria, eterna lode. Amen.
 

Orazione all'Eterno Padre

O Padre Eterno, fuori del cui possesso non vedo altro che dolori e tristezze, Tu sei la mia unica felicità, il mio tesoro e la mia gloria. Fa che giammai mi separi da Te, affinché possa lodarti in eterno. Amen. 
 
   Pater, Ave e per nove volte:
Santo, Santo, Santo, Signo­re Dio dell'universo; i cieli e la terra sono pieni della Tua gloria. Gloria al Padre, gloria al Figlio, gloria allo Spirito Santo. 
 

Orazione al Figlio

O Verità Eterna, poiché sei Via per andare al Padre, Verità per conoscerlo e Vita per amarlo, concedici, Ti supplichiamo, di giunge­re a Lui, di vederlo ed amarlo nella gloria. Amen. 
 
   Pater, Ave e per nove volte:
Santo, Santo, Santo, Signo­re Dio dell'universo; i cieli e la terra sono pieni della Tua gloria. Gloria al Padre, gloria al Figlio, gloria allo Spirito Santo.
 

Orazione allo Spirito Santo

O Amore Divino, infondi nei nostri cuori il Tuo amore affinché possediamo la carità. Arricchisci le anime nostre di doni e virtù per lodarti e amarti nella gloria. Amen. 
 
   Pater, Ave e per nove volte:
Santo, Santo, Santo, Signo­re Dio dell'universo; i cieli e la terra sono pieni della Tua gloria. Gloria al Padre, gloria al Figlio, gloria allo Spirito Santo.
 
Santo Dio, Santo forte, Santo immortale. Li­beraci, Signore, da ogni male. (per tre volte)
 
Placa, o Signore, la Tua ira, la Tua giustizia e il Tuo rigore. Dolce Gesù della mia vita, misericor­dia, Signore. (per tre volte)
 
 
Antifona: Ti confessiamo, lodiamo, benediciamo con tutto il cuore, o Padre increato, o Figlio Uni­genito, o Spirito Santo Paraclito, santa ed indivi­sibile Trinità, a Te sia gloria nei secoli dei secoli. Amen.
 
Orazione: Signore Iddio, Uno e Trino, dacci conti­nuamente la Tua grazia, la Tua carità e la comuni­cazione di Te stesso affinché Ti amiamo e glorifi­chiamo nel tempo e nell'eternità, Dio Padre, Dio Figlio, Dio Spirito Santo, un solo Dio per tutti i secoli dei secoli. Amen
 
 
Questa preghiera era frequentemente recitata da Madre Speranza di Gesù http://www.collevalenza.it/preghfam_04.htm
 
In aggiunta, si può recitare quanto segue:
 
 
Consacrazione alla Santissima Trinità della Beata Elisabetta della Trinità (1880   † 1906) (fonte)
 
Mio Dio, Trinità che adoro, aiutami a dimenticarmi interamente per stabilirmi in Te, immobile e quieta come se la mia anima fosse già nell’eternità; che nulla possa turbare la mia pace o farmi uscire da Te, mio Immutabile, ma che ogni istante mi immerga sempre più nella profondità del tuo mistero! Pacifica la mia anima, rendila tuo cielo, la tua prediletta dimora e il luogo del tuo riposo. Che qui io non ti lasci mai solo, ma tutta io vi sia, vigile e attiva nella mia fede, immersa nella adorazione, pienamente abbandonata alla tua azione creatrice.
O amato mio Gesù, crocifisso per amore, vorrei essere una sposa del tuo Cuore, vorrei coprirti di gloria, vorrei amarti… fino a morirne!… Ma sento la mia impotenza e ti prego di rivestirmi di Te, di identificare tutti i movimenti della mia anima a quelli dell’anima tua, di sommergermi, d’invadermi, di sostituirti a me, affinché la mia vita non sia che un riflesso della Tua Vita. 
Vieni in me come Adoratore, come Riparatore e come Salvatore. 
O Verbo eterno, Parola del mio Dio, voglio passare la mia vita ad ascoltarti, voglio rendermi docilissima ad ogni tuo insegnamento, per imparare tutto da Te; e poi, nelle notti dello spirito, nel vuoto, nell’impotenza, voglio fissarti sempre e restare sotto il tuo grande splendore. O mio Astro adorato, affascinami, perché io non possa più sottrarmi alla tua irradiazione.
O Fuoco consumatore, Spirito d’amore, discendi sopra di me, perché si faccia nell’anima quasi un’incarnazione del Verbo! Che io Gli sia un prolungamento d’umanità in cui egli possa rinnovare tutto il Suo mistero.
E Tu, o Padre, chinati verso la tua povera, piccola creatura, coprila della tua ombra e non guardare in essa che il Figlio amato nel quale hai posto le tue compiacenze.
O miei Tre, mio Tutto, Beatitudine mia, Solitudine infinita, Immensità in cui mi perdo, mi consegno a Voi come ad una preda. Seppellitevi in me perchè io mi seppellisca in Voi, in attesa di venire a contemplare nella vostra luce l’abisso delle vostre grandezze. Amen.
 
 
 
 


domenica 17 agosto 2014

La dormizione di Maria SS.



Raccogliendo le braccia sul petto, abbassando le palpebre sui suoi dolci occhi, fulgidi d’amore, dice a Giovanni curvo su di Lei: “Io sono in Dio. E Dio è in me. Mentre io lo contemplo e ne sento l’abbraccio, di’ i salmi e quante altre pagine della Scrittura a me si addicono, specie in quest’ora. Lo Spirito di Sapienza te li indicherà. Recita poi l’orazione del Figlio mio, ripetimi le parole dell’Arcangelo annunziante e di Elisabetta a me, e il mio inno di lode… Ti seguirò con quanto ancor ho di me sulla Terra…”.
Giovanni, lottando contro il pianto che gli sale dal cuore, sforzando di dominare l’emozione che lo turba, con la sua bellissima voce, che col passare degli anni s’è fatta molto simile a quella di Cristo — cosa che Maria nota con un sorriso, dicendo: “Mi sembra di aver al mio fianco il mio Gesù!”, — intona il salmo 118, che dice quasi per intero, poi i tre primi versetti del salmo 41, i primi otto del salmo 38, il salmo 22 e il salmo 1°. Dice poi il Pater, le parole di Gabriele ed Elisabetta, il cantico di Tobia, il capitolo 24° dell’Ecclesiastico, dai versetti 11-46. Per ultimo intona il “Magnificat”. Ma, giunto al nono versetto, si accorge che Maria non respira più, pur essendo rimasta naturale nella posa e nell’aspetto, sorridente, placida, come non avesse avvertito il cessare della vita.
(...)
(Parla S. Giovanni) Non avevo bisogno di vedere per credere. Perché io ho sempre creduto fermamente ad ogni parola del Maestro. Ma molti dubiteranno che, dopo secoli e millenni, la carne, fatta polvere, possa tornare corpo vivente. A costoro io potrò dire, giurandolo sulle cose più eccelse, che non solo il Cristo tornò vivo, per suo proprio potere divino, ma che anche la Madre sua, tre dì dopo la morte, se morte può dirsi tal morte, riprese vita, e con la carne riunita all’anima prese la sua eterna dimora in Cielo, al fianco del Figlio. Potrò dire: “Credete, o cristiani tutti, nella risurrezione della carne, alla fine dei secoli, e alla vita eterna e dell’anima e dei corpi, vita beata per i santi, orrenda per i colpevoli impenitenti. Credete e vivete da santi, come da santi vissero Gesù e Maria, per avere la loro stessa sorte. Io ho visto i loro corpi salire al Cielo. Ve lo posso testimoniare. Vivete da giusti per potere un giorno essere nel nuovo mondo eterno, in anima e corpo, presso Gesù-Sole e presso Maria, Stella di tutte le stelle”. Grazie ancora, o Dio! Ed ora raccogliamo quanto resta di Lei. I fiori caduti dalle sue vesti, le fronde degli ulivi rimaste sul letto, e conserviamoli. Serviranno…
(...)
(Parla Maria SS) Davanti ai Patriarchi, Profeti e Santi, davanti agli Angeli e ai Martiri, Dio pose Me, assunta in anima e corpo alla gloria del Cielo, e disse:
“Ecco l’opera perfetta del Creatore.
Ecco ciò che Io creai a mia più vera immagine e somiglianza fra tutti i figli dell’uomo, frutto di un capolavoro divino e creativo, meraviglia dell’universo, che vede chiuso in un solo essere il divino nello spirito eterno come Dio e come Lui spirituale, intelligente, libero, santo, e la creatura materiale nella più innocente e santa delle carni, alla quale ogni altro vivente, nei tre regni del creato, è costretto ad inchinarsi.
Ecco la testimonianza del mio amore per l’uomo, per il quale volli un organismo perfetto e una beata sorte di eterna vita nel mio Regno.
Ecco la testimonianza del mio perdono all’uomo al quale, per la volontà di un Trino Amore, ho concesso riabilitazione e ricreazione agli occhi miei.
Questa è la mistica pietra di paragone, questa è l’anello di congiunzione tra l’uomo e Dio, questa è Colei che riporta i tempi ai giorni primi e dà ai miei occhi divini la gioia di contemplare un’Eva quale Io la creai, ed ora fatta ancor più bella e santa, perché Madre del mio Verbo e perché Martire del più gran perdono.
Per il suo Cuore immacolato che non conobbe mai macchia alcuna, neanche la più lieve, Io apro i tesori del Cielo, e per il suo Capo che mai conobbe superbia, del mio fulgore faccio un serto e l’incorono, poiché mi è santissima, perché sia vostra Regina”.
Leggi il testo intero in http://www.mariavaltorta.com/index.php/ita/assunta-anno-a/

venerdì 15 agosto 2014

La festa dell'Assunzione di Maria SS. e la Vergine della Rivelazione (1947)

La Vergine della Rivelazione
delle Tre Fontane (Roma, 1947)
 
Dalle parole di Bruno Cornacchiola, riguardo all'apparizione del 1947 alla grotta delle Tre Fontane (Roma):

La Vergine è veramente bella, di una bellezza che noi non possiamo neanche immaginare! Di una bellezza celestiale, di una bellezza spirituale, di una bellezza fisica. Certo noi non potremo mai immaginare quanto è bella la Madre di Dio e Madre nostra, ma se l'amiamo, la vedremo con gli occhi del cuore.
Ha un libretto color cenere sul petto che tiene nella mano destra, che è la Bibbia cioè la Rivelazione Divina e, con l'indice della mano sinistra, mi indica un drappo nero con vicino un Crocifisso di legno spezzato in più parti, quello che io, tornato dalla Spagna avevo rotto sulle ginocchia e gettato nel secchio dell'immondizia. Il drappo nero è una veste talare sacerdotale.
Ora poggia la mano sinistra sulla destra che tiene il libretto sul petto. C'è in Lei una dolcezza materna, una dolce mestizia. Incomincia a parlare con voce calma, uguale, senza interruzione, che penetra profondamente nello spirito. Si presenta. Sento la Sua voce, meravigliosa e melodiosa che dice:

"Sono Colei che sono nella Trinità divina. Sono la Vergine della Rivelazione. Tu mi perseguiti; ora basta! Torna nell'Ovile Santo, Corte Celeste in terra. Ubbidisci alla Chiesa, ubbidisci all'Autorità. Ubbidisci, e lascia subito questa via che tu hai intrapreso e cammina nella Chiesa che è la Verità e allora troverai pace e salvezza. Fuori della Chiesa, fondata da mio Figlio, c'è buio, c'è perdizione. Tornate, tornate alla fonte pura dell'Evangelo, che è la vera via della Fede e della santificazione, che è la via della conversione (...).
 La Vergine cara si degnò anche di rivelare a me, indegno peccatore, la Sua vita dal principio della Sua creazione in Dio fino al termine della Sua vita terrena con la gloriosa Assunzione corporea:
"Il mio Corpo non marcì, né poteva marcire. Mio Figlio e gli Angeli mi vennero a prendere al momento del mio trapasso (...). Si preghi assai e si reciti il Rosario quotidiano per la conversione dei peccatori, degli increduli e per l'unità dei Cristiani. Recitate il Rosario! Perché le Ave Maria che voi dite con Fede e Amore sono tante frecce d'oro che raggiungono il Cuore di Gesù. Pregate perché sia fatta l'unita di tutti i cristiani nella Chiesa fondata da mio Figlio, e si formi un solo Ovile e un solo Pastore, con la Santità del Padre (così la Vergine chiama il Papa).
Io sono la calamìta della Trinità Divina, che attira le anime alla salvezza. Il male organizzato aumenterà nel mondo e negli eremi e nei conventi entrerà il carname del mondo. Siate fedeli ai Tre Punti Bianchi e troverete la salvezza nell'umiltà, nella pazienza, nella verità: l'Eucaristia, l'immacolata, cioè nei dogmi che la chiesa ha stabilito nei miei riguardi, e la Santità del Padre, Pietro, il Papa. la Chiesa sarà lasciata vedova per le persecuzioni. Ecco!"

Leggi il resto su 12-aprile-la-vergine-della-rivelazione

Queste apparizioni erano state preannunciate dieci anni prima al cardinale Eugenio Pacelli, futuro papa Pio XII. Nel 1937, la Signorina Luigina Sinapi - anima mistica, figlia spirituale di Padre Pio, catechista alla Garbatella - porta  in gita un gruppo di bambini alla vicina località allora quasi disabitata delle Tre Fontane. Questi si mettono a giocare, e lei, allontanatasi un poco, si trovò nello spiazzo antistante la Grotta dell'Apparizione.
 All’interno della caverna la veggente, scorgendo la Vergine piangente con gli occhi bassi, stupita si guardò intorno e, in un angolo, trovò i resti di un feto, quasi certamente abortito e gettato in quel luogo oscuro, lontano da occhi indiscreti. Luigina, dopo aver dato sepoltura a quelle povere ossa, si accorse che la Madonna la guardava teneramente per il gesto di carità e di amore compiuto; in seguito la Vergine disse: “Io ritornerò in questo luogo per convertire un uomo, che oggi lotta acerbamente contro la Chiesa di Cristo e vuole assassinare il Santo Padre (...). Va’ adesso a San Pietro, là troverai una religiosa che ti farà conoscere suo fratello, che è un cardinale. A lui devi portare il messaggio. Da questo luogo insedierò a Roma il trono della mia glorificazione. Dovrai dire al cardinale che presto sarà il nuovo papa”.
La Sinapi andò alla ricerca della donna, descritta dalla Vergine anche nell’aspetto fisico, e la trovò a San Pietro, trattandosi della sorella del cardinale Eugenio Pacelli, allora Segretario di Stato. La veggente parlò con il cardinale, che allora ascoltò con un certo distacco le parole di quella donna semplice, ma animata da una fede profondissima; nel 1939, però, Eugenio Pacelli salì al soglio pontificio con il nome di Pio XII!
Forse anche in ragione della profezia mariana, il nuovo papa ebbe nei confronti delle apparizioni delle Tre Fontane un atteggiamento di particolare disponibilità, dimostrandosi sempre più convinto della loro autenticità.

fonti: http://medjugorje.altervista.org; http://trefontane.altervista.org/

Maria SS. spiega il significato dell'apparizione a Maria Valtorta

mercoledì 13 agosto 2014

11 AGOSTO - SANTA FILOMENA

Brevi cenni storici sulla vita di Santa Filomena.Le notizie della vita di Santa Filomena, prima della scoperta delle sue gloriose reliquie nelle catacombe di Priscilla a Roma, sono piuttosto scarne.
Ciò che noi sappiamo della Santa si deve alla rivelazione che ella stessa fece alla Serva di Dio suor Maria Luisa di Gesù, sua fervente devota, il 3 agosto 1833.

La Santa
, parlandole mentre la pia suora stava in preghiera davanti ad una statuetta, le raccontò per filo e per segno la sua vita.
Le rivelò: "Io sono figlia di un re della Grecia; i miei genitori erano pagani e, non avendo prole, offrivano sacrifici ai falsi dei. Un medico cristiano disse loro: battezzatevi, fatevi cristiani e Iddio vi darà la prole. Accettarono la proposta, si fecero istruire, ricevettero il Santo Battesimo ed abbracciarono la religione cattolica. Un anno dopo io nacqui, e mi posero il nome di FILOMENA.

Io crescevo nella religione cristiana; a cinque anni feci la Prima Comunione, a 11 anni feci a Dio voto di verginità. Giunta all'età di tredici anni, Diocleziano intimò guerra a mio padre che, costretto a portarsi a Roma per trattare la pace ed evitare la guerra, volle condurre con se anche me e mia madre.
Arrivati a Roma trovammo Diocleziano nel Palazzo dei Bagni. Appena mi vide, preso dalla mia bellezza, promise a mio padre la pace e la sua protezione, a patto che gli concedesse dargli me in sposa.
Mio padre acconsentì e ritiratici da lui me ne passò parola; ma io risposi: "Non posso perché ho consacrato a Gesù Cristo la mia verginità."
Incessanti preghiere mi fecero mio padre e mia madre, dicendomi: "Abbi pietà di tuo padre e di tua madre e della tua patria!" Ed io risposi: " Il mio padre è Dio, la mia patria è il Cielo."
Mio padre andò da Diocleziano e gli riferì: " Filomena non vuole maritarsi". L'Imperatore mi volle alla sua presenza e vedendosi deluso nelle speranze, perché ero inflessibile a tutte le sue promesse, mi disse: "Non mi vuoi come amante, mi sperimenterai tiranno!" Turbato nel suo orgoglio di re e di uomo, ordinò che fossi rinchiusa nel carcere ed ogni 24 ore mi faceva portare pane ed acqua.
Dopo 37 giorni mi apparve la Santissima Vergine e mi disse: "Figlia mia prediletta, tu resterai ancora 40 giorni in questo carcere e poi sarai esposta a vari martiri, ma l'Arcangelo Gabriele e l'Angelo tuo custode ti assisteranno e ne uscirai vittoriosa."
Trascorsi i 40 giorni fui esposta nuda alla flagellazione, donde uscita tutta piaghe e quasi moribonda, fui gettata in carcere. Ma Iddio presto mi guarì e all'indomani mi trovarono completamente sanata.
L'Imperatore, udendo l'accaduto mi fece portare di nuovo alla sua presenza e mi rifece la proposta di sposarlo; ma sentendo rinnovarsi il rifiuto, sdegnato, ordinò che fossi condannata al martirio delle frecce. Appena legata, fui rapita in estasi e le frecce invece di ferire il mio corpo, tornarono indietro uccidendo parecchi saettatori.
Dopo questo prodigio, per ordine dell'Imperatore, fu presa un'ancora, mi fu legata al collo e fui gettata nel Tevere; ma gli Angeli spezzarono le corde dell'ancora e mi fecero passare a piedi asciutti. Il popolo vedendo quest'altro miracolo , incominciò a gridare ai carnefici: "E' libera, è libera!"

Ma quelli, per paura di una rivolta popolare , mi decapitarono.
Ciò avvenne il 10 agosto , di venerdì, un'ora dopo mezzogiorno. "
Questa rivelazione a Suor Maria Luisa fu approvata dal S. ufficio il 21-12-1833.
Proprio il dieci agosto a Mugnano del Cardinale si celebra la ricorrenza della traslazione delle reliquie della santa.
 Dopo la pubblicazione delle "Rivelazioni" cominciò a sorgere un movimento critico nei riguardi della sua storia, con lo studio più approfondito dei reperti archeologici i quali non furono ritenuti più certi di appartenere ad una tomba di una martire mancando su di esse la scritta ‘martyr’ e assodando che le tegole erano state riutilizzate successivamente nel sec. IV e in un tempo di pace. Nell’ampolla trovata accanto non vi era sangue ma profumi tipici delle sepolture dei primi cristiani.
In definitiva i resti mortali ritrovati nel loculo nel 1802 erano di una fanciulla morta nel IV secolo sul cui sepolcro erano state utilizzate tegole con iscrizioni di un precedente sepolcro.
Venne così a cadere la certezza del martirio e la Sacra Congregazione dei Riti nella Riforma Liturgica degli anni ’60 tolse dal calendario il nome di Filomena, tenendo presente le conclusioni degli studiosi.
Restano i miracoli avvenuti, i riconoscimenti ufficiali della Chiesa dello scorso secolo, la devozione personale a s. Filomena di papi e futuri santi, il larghissimo e diffuso culto, nonostante tutto mai cessato, in particolare a Mugnano del Cardinale (Diocesi di Nola) dove arrivano di continuo pellegrinaggi da ogni parte del mondo al suo Santuario, dando vita anche a manifestazioni di folklore e intensa devozione popolare.
 
Scoperta delle sue ossa e dell’iscrizione
Nel 1802, nel corso degli scavi condotti sotto l’autorità della Santa Sede nella catacomba romana di Priscilla, vennero scoperte le ossa di una giovane, la cui sepoltura era stata con tre mattonelle che recavano la seguente iscrizione : "LUMENA / PAX TE / CUM FI". Si credette che, per inavvertenza, fosse stato invertito l’ordine dei tre frammenti e che si dovesse leggere:"PAX TE / CUM FI / LUMENA", cioé : "La pace sia con te, Filomena", nome che significa “beneamata”. I diversi segni decorativi che circondavano il suo nome – soprattutto la palma e le lance – portarono ad attribuire queste ossa ad una martire cristiana dei primi secoli. All’epoca, infatti, si riteneva che la maggior parte dei corpi presenti nelle Catacombe risalissero alle persecuzioni dell’epoca apostolica.
 
2- LA BIOGRAFIA DI SANTA FILOMENA
I racconti sulla vita di santa Filomena possono fare riferimento a due « fonti » recenti.
Innanzitutto Don Francesco di Lucia, sacerdote di Nola, in Campania. Nel 1805 egli diventa il custode delle reliquie e nel 1824 redige una « Relazione », una specie di « biografia » di santa Filomena, che presentava come una martire della persecuzione di Diocleziano, nel IV° secolo. Il suo racconto è stato scritto partendo unicamente dall’interpretazione delle decorazioni che circondavano l’iscrizione: così la vergine martire sarebbe stata prima colpita dalle frecce (lance), poi gettata nel Tevere (ancora) e quindi decapitata con il gladio (spada)…
Le visioni di Suor Maria-Luisa di Gesù
La fonte più circostanziata sulla « vita » di santa Filomena è tuttavia costituita dalle visioni di una religiosa napoletana, Suor Maria-Luisa di Gesù, fervente devota di Santa Filomena.
Un “racconto breve” delle sue rivelazioni è stato pubblicato dallo stesso Don di Lucia, nel 1833. Il libro ha ottenuto l'Imprimatur del Sant’Uffizio (che in tempi recenti diventerà la Congregazione per la Dottrina della Fede) ; questo non garantisce l’autenticità delle visioni, ma attesta che nel testo non c’è nulla di contrario alla fede ed alla morale.
Suor Maria Luisa di Gesù. Al secolo Carmela Ascione (1799-1855). Ancora giovanissima veniva chiamata a grande perfezione. All'età di 18 anni dà un definitivo addio alle attrattive del mondo, indossa l'abito delle Suore Domenicane, prende il nome di Suor Maria Luisa di Gesù. Più tardi fonda la famiglia religiosa, le Oblate dell'Addolorata e di S. Filomena.
Un giorno dopo la S. Comunione, rapita in estasi, si sente dire da Nostro Signore: "Ti ho fatto un dono col darti la spiegazione del libro dell'Apocalisse", cui in secondo momento faceva seguito la spiegazione completa di tutta la Sacra Scrittura. Questi scritti mirabili, dove ad una semplicità e chiarezza di stile si accompagnava una profonda dottrina ascetica e teologica, furono pubblicati dai Padri Domenicani di Imola, dove era vescovo Mons. Mastai Ferretti che fu poi Papa Pio IX.
Questo Pontefice nutriva stima per Suor Maria Luisa che fin dall'inizio del suo pontificato le scrisse svariate lettere autografe, chiamandola sempre "figlia dilettissima".
La bontà della vita, le virtù, la stima che sempre godette, il concetto di santità in cui morì la Serva di Dio costituiscono un non lieve fondamento di credibilità di queste rivelazioni.
3- IL CULTO DI SANTA FILOMENA
Una devozione popolare
Grazie ai numerosi miracoli, la devozione popolare a santa Filomena si è diffusa rapidamente, a partire soprattutto dal 1805, data della traslazione delle sue reliquie a Mugnano, sempre in Italia. È Paolina Jaricot (una lionese fondatrice dell’opera della Propagazione della Fede) che, in seguito ad un pellegrinaggio ed alla guarigione ottenuta da lei personalmente, portò alcune reliquie al Curato d’Ars. La festa si celebrava allora ad Ars l’11 agosto.
Un culto riconosciuto
In effetti, nel 1837 il papa Gregorio XVI autorizza il culto pubblico della santa, dapprima nel santuario di Mugnano e poi in tutta la diocesi di Napoli. Con gli indulti necessari, lo stesso permesso viene accordato anche alla parrocchia di Ars, con grande gioia di Giovanni-Maria Vianney. Nel 1855 una Messa ed un Ufficio propri vengono approvati dal beato Pio IX, che si reca lui stesso nel santuario di Mugnano. Anche Leone XIII e san Pio X testimoniano pubblicamente la loro devozione verso la santa: bisogna riconoscere in ogni caso che questi atti non impegnano la loro infallibilità a proposito dei dati storici riguardanti la vita ed il martirio di santa Filomena.
Attualmente l’ipotesi favorevole all’esistenza storica di Filomena non è stata esclusa. I resti trovati a Roma nel 1802 possono essere quelli di un’autentica martire, quali che siano il suo nome, la sua vita e le circostanze della sua morte. Attraverso i prodigi che si sono moltiplicati attorno alle sue reliquie, (forse) Dio ha voluto farla conoscere al mondo, secondo un disegno particolare di misericordia, come suggeriscono tante testimonianze concordi tra loro.

I grandi devoti di S. Filomena
Leone XII – Dichiarò S. Filomena: Grande Taumaturga del sec. XIX.
Gregorio XVI – Nominò S. Filomena "Patrona del Rosario vivente" e le concesse il Culto Universale.
Pio IX – Miracolosamente guarito dalla Santa, divenuto Papa, fece un pellegrinaggio al suo Santuario il 7 novembre 1849,
S. Pio X – Elevò la Pia Arciconfraternita di 5. Filomena il 21 maggio 1912 a Pia Arciconfraternita Universale, Amava sentir parlare di lei e inviò vari doni al suo Santuario, tra questi un magnifico anello d'oro, con una grande pietra preziosa.
La Servadi Dio Suor Maria Luisa di Gesù – Fervente devota della Santa, fondò a Napoli l'ordine religioso delle Suore dell'Addolorata e di S. Filomena.
Il Santo Curato d'Ars – Grande devoto della Santa, che gli apparve più volte, diffuse la sua devozione in tutta la Francia
La venerabile Paoline Jaricot – Fondatrice del "Rosario Vivente e della Propagazione della Fede", pia amica del Santo Curato d'Ars, miracolata dalla stessa Santa a Mugnano, il 10 agosto 1835, la propose come ausiliatrice ai sacerdoti missionari.
Il Beato Bartolo Longo – Il Beato devoto della Santa, mise sotto il patrocinio della Santina le Opere Pompeiane.
La Servadi Dio Maria Cristina di Savoia – Insigne benefattrice del Santuario, concepì l'erede al trono di Napoli, Francesco II per l'intercessione della Santa. Per la grazia ricevuta donò al Santuario un bambino d'argento.

San Padre Pio da Pietrelcina


liberamente tratto da http://www.arsnet.org/ e da http://www.philomena.org/



LO SCAPOLARE DEL SACRO CUORE DI PELLEVOISIN (1876)




Messaggi della Madonna di Pellevoisin 

 

Pellevoisin è un piccolo paese nel centro della Francia, qui le manifestazioni della Vergine sono orientate alla conversione e alla guarigione personale della veggente Estelle Faguette.


IL MESSAGGIO DI PELLEVOISIN
Per comprendere bene il messaggio di Pellevoisin, occorre tenere presente che questa calma e questa fiducia si innestano nella forza delle sue affermazioni: “Io sono tutta misericordiosa e padrona di mio Figlio. Sono venuta per la conversione dei peccatori. I tesori di mio Figlio sono aperti. Raccomando la calma, non soltanto per te, ma per la Chiesa e per la Francia. Io scelgo i piccoli e i deboli”.
Nella quinta apparizione la Vergine disse inoltre a Estelle: “Ciò che mi affligge maggiormente è la mancanza di rispetto verso mio Figlio nella Santa Comunione e l’irriverenza della preghiera fatta con lo spirito occupato in divagazioni: dico questo anche per le persone che pretendono di essere pie”.
Nell’ultima apparizione, mostrando alla veggente il proprio scapolare, le confidò: “Io sarò molto contenta di vedere che i miei figli lo portano e cercano di riparare agli oltraggi che mio Figlio riceve nel sacramento del suo amore. Vedi le grazie che spando su quanti lo porteranno con fiducia? Queste grazie sono di mio Figlio, io le prendo nel suo cuore ed egli non me le rifiuta”.
Sembra di udire l’eco delle precedenti occasioni di Rue du Bac, quando la Vergine disse che voleva dare ogni grazia agli uomini, e di Pontmain, quando sollecitò la preghiera per ottenere l’esaudimento delle richieste.

Tratto da: “La Firma di Maria” (edizioni Sugarco) 2005
[Padre Livio & Saverio Gaeta]


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martedì 5 agosto 2014

CROMBETTE: lo scienziato che dimostrò la verità scientifica della Bibbia

La regola di studio scientifico di Crombette si potrebbe riassumere in questa sua frase: ‘La Fede, lungi dall’essere lo spegnitoio della scienza e dell’intelligenza, ne è la vera luce’.

Crombette credeva nella assoluta inerranza della Genesi biblica, credeva nella creazione dell’uomo dal nulla da parte di Dio Creatore, credeva nel Peccato originale, nel Diluvio universale, nella dispersione dei popoli dopo la vicenda della Torre di Babele, e si è sforzato – attraverso i suoi studi storici, geografici, astronomici ed esegetici – di dimostrare la verità scientifica di quelli che oggi la scienza atea definisce sbrigativamente come ‘miti’. Egli era convinto del fatto che in particolare la Genesi biblica, tramandata da Adamo ai suoi discendenti di generazione in generazione, ad un certo punto – messa per iscritto – fosse stata mal compresa e quindi mal tradotta dagli ‘scribi’ dei millenni successivi. Succede, quando si traducono brani di lingue antiche passate di mano in mano quando ancora si scriveva ad esempio sul papiro.
La scienza atea che dimentica quando le fa comodo uno dei suoi principi basilari per cui ogni ‘effetto’ deve avere la propria origine in una ‘causa’, questa scienza atea aliena dal ‘credere’ ma che non esita tuttavia da parte sua a ‘credere’ religiosamente che l’Universo è ‘apparso’ da solo e dal nulla, che la vita è nata da sola e dal nulla, e che l’uomo non è stato creato dal Dio della Genesi ma è disceso da una scimmia nata a sua volta dalla ‘evoluzione’ di una cellula primordiale scaturita anch’essa da sola e dal nulla, ebbene questa scienza atea non accetta che una Suprema Intelligenza possa invece essere stata Lei ha creare tutto dal nulla.
A mio avviso invece la tesi della Creazione divina – sia del macrocosmo che del microcosmo, con le loro leggi perfette che ne permettono l’esistenza impedendo il dissolvimento dell’attuale universo – rappresenta, per una semplice considerazione di buon senso, l’Evidenza dell’esistenza a monte di un Dio creatore.
Quelle della scienza atea sono teorie ideologiche, che – ancorché definite come ‘scientifiche’ – in realtà non hanno alla propria base alcuna valida sperimentazione di laboratorio o alcuna ineccepibile scoperta veramente scientifica.
(...)

Riporto quanto scritto nel libro: Se il mondo sapesse…“:

Tutto ha inizio con un compito, una composizione sul tema “le Sante donne alla Tomba”, che sua figlia Liane, allieva alla Scuola di Belle Arti, deve preparare. Volendo aiutarla nella ricostruzione storica, Crombette apre la sua Bibbia e si imbatte provvidenzialmente nel versetto 12 del Salmo 73: “Ma Dio, nostro re, da prima dei secoli, ha operato la salvezza al centro della terra“. Su questo versetto, che tanti cristiani hanno forse letto senza prestarvi particolare attenzione, la Provvidenza volle che lo studioso si soffermasse. Un’idea si presenta alla sua mente: se la Bibbia dice il vero, Gerusalemme è al centro del mondo!
 
 Egli scoprirà più tardi, durante le sue ricerche, che il Rev. Padre Placet, monaco premonstratense, aveva scritto nel 1668 un’opera intitolataDove è provato che prima del Diluvio non vi erano punto le isole e che l’America non era punto separata dal resto del mondo“.
Crombette conosce la tesi di WEGENER nel primo Novecento sulla deriva degli attuali continenti che in origine avrebbero dovuto essere un continente unico. Si reca allora nelle biblioteche (verso la fine del suo lavoro all’università di Grenoble) per disporre delle carte geologiche e batimetriche necessarie, e si applica a ricostruire il continente primitivo che i geografi chiamano oggi Pangea.
L’idea geniale di F. Crombette fu di non fermarsi (dopo prove infruttuose) ai contorni attuali dei continenti, variabili con il livello dei mari, ma di prendere in considerazione il bordo estremo dello zoccolo continentale, alla quota di -2000 metri, laddove il fondo marino cambia bruscamente pendenza per andare a raggiungere il fondo abissale, a -4000 metri.
Idea geniale, giacché le trivellazioni sottomarine confermano oggi, dopo 60 anni, che lo zoccolo granitico continentale, sotto i sedimenti marini, si arresta proprio in questo punto. Ma anche idea ispirata dalla Bibbia, giacché Fernand Crombette aveva ripreso la tesi cosmogonica di Kant secondo la quale le “acque dell’alto“, separate da Dio al momento della Creazione, formavano un anello acqueo attorno alla terra (simile a quello di Saturno), anello la cui caduta progressiva alimentò i 40 giorni di grande pioggia del Diluvio.
Stabilite così le ipotesi del suo lavoro, Crombette ricostruisce completamente (tra il 1933 e il 1945) il puzzle del continente primitivo, con i banchi e le isole oggi disperse sul fondo basaltico dei mari, e l’esatto cammino percorso da ciascuna delle masse continentali. E il risultato confonde l’immaginazione: il continente unico aveva ricevuto la forma regolare di un fiore a otto petali, di cui Gerusalemme occupa il centro .
È da sottolineare che il suo lavoro è iniziato non partendo dal centro, bensì dalle isole Falkland e dalla punta dell’America del sud.
Nasce così il suo SAGGIO DI GEOGRAFIA… DIVINA in cui Crombette spiega la formazione della superficie e l’orografia del mondo.
Così Gerusalemme, luogo in cui si operò la Redenzione, è dunque al centro della Terra, come indica il Salmo 73.
Compiuto questo lavoro, si mette a guardare la Bibbia in tutt’altro modo: l’incompatibilità che esiste oggi tra le cronologie ufficiali della Storia dell’Antichità e la cronologia biblica fa problema. È nel 1830 che Champollion, per primo, avanza per le prime dinastie egiziane una data risalente al 6° millennio avanti Cristo, incompatibile dunque con la data del 2348 a.C. ammessa comunemente per il Diluvio.
Crombette, abitante dal 1937 a Tournai (Belgio), si reca allora alla Fondazione Egittologica Regina Elisabetta, a Bruxelles, per iniziarsi alla lettura dei geroglifici.
Egli non tarda a rimettere in causa il metodo di decifrazione di Champollion, che assimila i geroglifici a una scrittura alfabetica, mentre i segni pittografici o ideografici (lo si vede in Cina) sono anteriori ad ogni alfabeto e ne sopprimono il bisogno.
La famosa “Pietra di Rosetta”, punto di partenza di Champollion, rappresenta un decreto del faraone “greco” Tolomeo V° Epifanio.
I geroglifici traducono dunque il testo greco, e il fatto che taluni sono stati scelti per raffigurare foneticamente le lettere greche dei nomi propri come Tolomeo e Cleopatra, non implica affatto che questa regola di trascrizione possa applicarsi ai nomi comuni che esistevano in copto monosillabico (la lingua dell’Egitto Antico) prima ancora che si pensasse di scriverli.
La Pietra di Rosetta non può dunque servire da punto di partenza alla decifrazione delle iscrizioni reali delle dinastie egiziane. Fernand Crombette scopre allora che i geroglifici possono leggersi come dei pittogrammi monosillabici come tutte le lingue primitive, per i nomi concreti, e, più generalmente, come un rebus composto in copto antico.
Invece di dover ricostruire una lingua artificiale impronunciabile e incerta, come hanno tentato gli egittologi fedeli al metodo di Champollion, Crombette riesce dunque a leggere direttamente i geroglifici in una lingua conosciuta (il copto) che si è trasmessa fino a noi mediante gli scritti dei linguisti arabi, come pure attraverso la comunità copta che, nell’Egitto stesso, resiste ancora all’arabizzazione.
Su questa base, il nostro studioso scrive una Storia dell’Egitto in 15 volumi: IL LIBRO DEI NOMI DEI RE D’EGITTO, condensato poi in 3 volumi intitolati VERA STORIA DELL’EGITTO ANTICO, più un volume CRONOLOGIA DELL’EGITTO FARAONICO. Questa ricostruzione minuziosa della genealogia di tutte le dinastie fa apparire che Misraïm (Rê), fondatore eponimo dell’Egitto, non è altri che il figlio maggiore di Cam (Amon), figlio primogenito di Noè, e che l’arrivo di Misraim in Egitto segue immediatamente la Dispersione dei popoli a Babele, nel 2197 a.C..
 
tratto da Fernand Crombette, vi presento un genio (dal sito Biblioteca Neval)
 
iPer approfondire
 Galileo aveva torto o ragione? per gli appassionati di astronomia (dal sito di don Pablo Martin)
 
 
Il carbone (dal sito Bibbia e Scienza)
 

Degli strani fossili (dal sito Bibbia e Scienza)



Nota 1 
Traducendo tutto il testo della Genesi sulla base del copto (ritiene infatti che la lingua in cui Mosè scrisse il testo fosse analogo al copto e che l'ebraico si sia poi semitizzato), Crombette traduce il versetto 9 del capitolo 1 così: " (...) Saggiamente, perciò, Dio chiamò questi diversi spazi, cioè il sistema dell’asciutto scoperto dai restringimenti che lasciavano libera in superficie una pianura chiusa su tutti i lati da montagne: Ornata della bellezza del fiore sbocciato; e la regione del sistema delle acque parziali raccolte silenziose nella vasta distesa inferiore: il grande mare placido (l’Oceano Pacifico).”
Questo lungo testo mostra che all’origine, come affermano anche molte tradizioni, la terra era parzialmente ricoperta da un continente unico di cui Crombette ha mostrato, dopo tre anni di lavoro durante i quali ha disegnato un centinaio di carte che mostrano com’è avvenuta la deriva dei continenti e che illustrano la sua geografia divina, che essa aveva la forma di una corolla schiusa a otto petali, il cui centro geometrico era la città di Gerusalemme. Il grande mare placido ha dato il suo nome all’Oceano Pacifico.
Questo continente iniziale era formato da una grande pianura circondata da montagne, di cui le Montagne Rocciose e la Cordigliera delle Ande ne sono le vestigia. Notiamo che la parola ebraica Erets, che F. Crombette traduce con “Ornata della bellezza di un fiore sbocciato” ha dato Earth in inglese, Erde in tedesco e Terra in italiano per l’inversione delle due consonanti (RT – TR)
 
Vedi l'immagine in fondo alla pagina Qui
 
Nota 2 Durante la catastrofe del Diluvio universale l’Arca, costruita da Noè su precise misure indicate da  Dio (nauticamente perfette al punto che moderni esperti di tecnica delle costruzioni navali - riproducendone un modello in scala sufficientemente grande ed in condizioni paragonabili a quelle di onde di sessanta metri supposte per un Diluvio quale quello biblico - l’hanno trovata inaffondabile e non capovolgibile) resistette con il suo carico vivente di uomini, animali e foraggi, galleggiando come un enorme cassone, salvo adagiarsi sulle pendici del monte Ararat quando il livello delle acque cominciò a decrescere e dove dei ricercatori hanno trovato anni fa dei resti della stessa che erano emersi dai ghiacci. Ai più stranamente non è noto che l’Arca – della quale viaggiatori dei secoli passati avevano portato a più riprese notizie della sua esistenza e localizzazione approssimativa recuperandone anche frammenti – è stata prima individuata dal satellite‘Lancet’ con l’ausilio di una foto scattata da 840.000 metri di altezza e poi ritrovata sul Grande Ararat grazie ad undici spedizioni organizzate dall’italiano Angelo Palego, delle quali una fatta con il celebre scalatore Reinhold Messner. Tratto da: ilcatecumeno.net

domenica 3 agosto 2014

4 AGOSTO: SAN GIOVANNI MARIA VIANNEY

Il corpo incorrotto di S. G. M. Vianney, il santo curato d'Ars (Francia)


(...) Alcuni adorano questo Dio, la cui immensità non possono contenere il cielo e la terra, con una coscienza pura, come un Dio che regna nel loro cuore; è soltanto l’amore che li conduce qui per offrirgli un sacrificio di lode; essi sono certi di non allontanarsi da questo Dio amorevole senza essere colmati di ogni genere di benedizione.
Altri compaiono d’avanti a questo Dio così puro e così santo con un’anima tutta ricoperta di peccati; ma essi sono rientrati in sé stessi, hanno aperto gli occhi sul loro stato infelice, hanno provato il più vivo orrore della loro vita sregolata, e ben decisi a cambiare vita, vengono a Gesù Cristo pieni di fiducia, si gettano ai piedi del migliore di tutti i padri, facendogli il sacrificio di un cuore contrito e umiliato. Prima che essi escano dalla chiesa, il cielo sarà loro aperto e l’inferno chiuso.
Ma dopo queste due specie di adoratori, ce n’è una terza: cioè quei cristiani ricoperti del letame dei loro peccati e addormentati nel male, che non pensano affatto a uscirne, eppure fanno come gli altri, vengono per adorarlo e pregarlo, ma solo in apparenza.

Non mi soffermerò su coloro che vengono in Chiesa con un animo puro e gradito al loro Dio: a costoro raccomando soltanto di perseverare. Alla seconda categoria raccomando di raddoppiare le loro preghiere, le loro lacrime e le loro penitenze; Mi voglio soffermare invece su quei peccatori che sembrano vivi ma che sono già morti.
(...) Non avevo forse ragione, iniziando questa omelia, di dire che la preghiera di un peccatore non è altro che un tessuto di menzogne e di contraddizioni? Ciò è tanto vero che lo stesso Spirito Santo ci dice che la preghiera di un peccatore che non vuole abbandonare il peccato, è una cosa impura agli occhi del Signore.
Questa situazione, converrete con me, è orrenda e molto offensiva e degna di grande compassione. Vedete, dunque come il peccato vi acceca! Tuttavia io vi dico, senza paura di esagerare, che almeno la metà di coloro che si trovano in questa chiesa, appartengono a tale categoria. Non è forse vero che tutto ciò che ho detto, non vi tocca minimamente anzi vi annoia e vi sembra che il tempo non passi mai? Ecco amico mio, l’abisso maledetto in cui il peccato conduce il peccatore! Anche se siete consapevoli che sono trascorsi sei mesi,un anno o più, da quando siete caduti nel peccato, non è forse vero che ve ne state tranquilli? Si, mi direte voi. E io non stento a crederlo, dal momento che il peccato vi ha cavato gli occhi! Voi non vedete più niente, il peccato ha indurito il vostro cuore affinché perdiate del tutto la sensibilità. E io sono convinto che tutto ciò che vi ho detto non produrrà in voi nessuna riflessione. O Dio mio in quale abisso conduce il peccato! Ma allora, mi direte voi, forse non dobbiamo più pregare, dal momento che le nostre preghiere sono solo insulti che noi rivolgiamo a Dio.
Non è questo che ho voluto dirvi affermando che le vostre preghiere non sono che delle bugie. Però, invece di dire: "Mio Dio io ti amo", dite piuttosto "Dio mio io non ti amo affatto, ma fammi la grazia di amarti di più".Invece di dire:"Mio Dio mi dispiace moltissimo di averti offeso",ditegli:"Dio mio non sento nessun dispiacere per i mie peccati, donami tutto il dolore che dovrei provare per essi." Ben lungi dal dire: "Voglio confessare i miei peccati", ditegli piuttosto:"Mio Dio sono tanto attaccato ai miei peccati, mi sembra che non vorrei mai abbandonarli; dammi di sentire per essi il giusto orrore, affinché io li detesti e li disprezzi e dopo averli confessati,mi proponga di non commetterli mai più". Dio mio, donaci, per favore, un orrore eterno verso il peccato, poiché è tuo nemico, poiché è lui che ti ha fatto morire sulla croce, che ci ruba la tua amicizia, che ci separa da te! Oh! Divino Salvatore, fai in modo che ogni volta che veniamo a pregarti, lo facciamo con un cuore distaccato dal peccato, un cuore innamorato di Te, che in tutto ciò che dice, non dice altro che la verità. Questa, fratelli miei, è la grazia che imploro per voi!
 
Tratto da "La preghiera" in OMELIE DEL SANTO CURATO D'ARS, PATRONO DEI SACERDOTI

http://www.parrocchiasanmichele.eu/download/category/49-omelie-del-santo-curato-d-ars.html

LE LACRIME DEL CUORE IMMACOLATO IN CALABRIA (1971)

 
Il quadro del Cuore Addolorato di Cinquefrondi (RC)
DAL LIBRO: "IL PIANTO DELLA VERGINE" di Don Giuseppe Tomaselli (FONTE)

Ci sono nella storia dei fatti isolati; altri invece, quantunque distanti di tempo e di luogo, sono identici, sia per il fine per cui avvengono e sia per le circostanze che li accompagnano. 
Un caso si ha nel fenomeno della lacri­mazione delle immagini della Madonna. Siracusa, Maròpati e Cinquefrondi, città ormai conosciute per mezzo della stampa e della televisione, presentano un fatto ecce­zionale, vario nelle circostanze di tempo e di luogo, ma sostanzialmente identico. Siracusa è in Sicilia; Maròpati e Cinque­frondi in Calabria; queste due cittadine di­stano tra loro pochi chilometri.
A Siracusa il fenomeno avvenne il 29 ago­sto 1953, alla presenza di decine di migliaia di persone, di ogni ceto sociale.
A Maròpati ebbe inizio il 3 gennaio 1971, e si ripete ancora ad intervalli.
A Cinquefrondi cominciò il 26 ottobre 1971, e si rinnova ancora con discreta fre­quenza.
Si fanno ora rilevare i punti di contatto fra i tre fenomeni.
E’ sempre l'immagíne della Vergine che lacrima.
Le lacrime sono l'espressione dell'amarezza del cuore.
L'immagine lacrimante di Siracusa è il Cuore Immacolato di Maria.
Quella di Cinquefrondi è il Cuore Im­macolato ed Addolorato di Maria, poiché porta al Cuore una piccola spada.
L'immagine di Maròpati non rappresenta il Cuore della Vergine, bensí la Madonna del Rosario. Però si è constatato che tanti rivoli di sangue sono sgorgati proprio dal Cuore, come anche oggi si può vedere osser­vando il sacro quadro.
È sempre il Cuore della Madre Celeste che si manifesta ama­reggiato. La circostanza dell'immagine del Rosario è significativa, indicando che la Ma­donna desidera il ritorno alla recita del Ro­sario, devozione da molti non piú apprezzata.
Nei tre fenomeni si riscontrano le lacrime, lacrime umane, di cui si sono fatte le analisi nei laboratori chimici.
A Siracusa la lacrimazione si protrasse sol­tanto quattro giorni. Vi assistettero solo co­loro che ne ebbero la fortuna.
Dopo venti anni, 1953-73, quanta igno­ranza e scetticismo c'è ancora riguardo a questo prodigio!
C'è chi dice: - Io non credo al fenomeno di Siracusa, perché non l'ho visto.
- Io non credo, perché non sono tenuto a credervi in quanto non è un dogma di fede. - Io non credo, perché forse si è trat­tato di suggestione collettiva.
- Io non credo, perché corbellerie nel mondo se ne dicono tante. Sono come San Tommaso: credo se ci metto il naso.
C'è chi asserisce: - Ma possibile credere che un quadro di maiolica a Siracusa abbia versato lacrime umane? È ridicolo solo il pensarlo. Sono favole popolari!
Ai contestatori del fenomeno di Siracusa risponde il fenomeno di Maròpati.
Che da un'immagine sacra, nel caso nostro della Vergine, possano sgorgare lacrime, è possibile, perché, come è avvenuto e con­tinua a ripetersi a Maròpati, cosí è possibile che sia avvenuto a Siracusa.
Il secondo fenomeno comprova il primo. Non solo Maròpati comprova Siracusa, ma c'è di piú. A Siracusa sgorgavano semplici lacrime umane; a Maròpati le lacrime sono di sangue, per significare un dolore maggiore della Madonna.
A Siracusa il prodigio durò quattro gior­ni; chi lo vide, lo vide. A Maròpati da due anni si ripete la lacrimazione a sangue e potrebbe controllarsi il fatto con i propri occhi. La lunga durata del fenomeno di Ma­ròpati dà agio a chi ha la mania della con­testazione, di controllare bene il fatto.
Gesú Cristo operava miracoli di oggi ge­nere; eppure c'erano di quelli che non cre­devano, o piuttosto non volevano credere.
I miracoli del Divin Nazareno erano pub­blici, evidenti, indiscutibili; con tutto ciò, come risulta dal Vangelo, i nemici di Gesú, gelosi della sua gloria, chiudevano gli occhi alla luce, tanto da meritare il forte rimpro­vero:
- Siete ciechi e guida di ciechi!
A Maròpati il fenomeno della lacrimazione ha fatto e continua a fare scalpore; ma nel primo tempo, com'è naturale, ci fu un poco di diffidenza. Si sono chiarite le cose con i controlli ufficiali.
Malgrado ciò, non mancano i contestatori, che sogliono essere dei superficiali o dei sac­centi, contestatori che forse mai sono stati a Maròpati per vedere lo svolgimento dei fatti.
La Provvidenza risponde a costoro con un altro fenomeno. Nella vicina cittadina di Cinquefrondi un altro quadro ha cominciato a lacrimare e proprio nello stesso anno e nello stesso periodo in cui i contestatori si avventavano di piú contro il fenomeno di Maròpati.
Come Maròpati ha comprovato Siracusa, cosí Cinquefrondi ha comprovato Maròpati. La lacrimazione di Cinquefrondi sa delle due lacrimazioni precedenti, in quanto è si­mile alla prima per le semplici lacrime natu­rali ed alla seconda perché tante lacrime si convertono in sangue.
Nel 1917 cominciò la rivoluzione russa con l'ideologia comunista. Le dottrine atee e terroristiche del comunismo sono andate diffondendosi sempre piú.
E’ stato Satana a suscitare tanto male nel mondo.
La Madonna venne subito in aiuto della povera umanità e lo stesso anno 1917, si manifestò a Fatima sotto il titolo di Cuore Immacolato di Maria, predicendo, come si rileva dai suoi messaggi, la rovina spirituale e sociale che avrebbe apportato il comunismo.
Molti, piú per ignoranza che per malva­gità, si sono messi nella corrente comunista. Quando la Madonna nel 1953 pianse a Siracusa, scelse una famiglia di comunisti, ma comunisti piú di nome che di fatto. Ne è prova che Angelo Iannuso ed Antonina Giusto avevano contratto il matrimonio reli­gioso sei mesi prima della lacrimazione ed avevano sulle pareti di casa delle immagini sacre.
Allorché la Madonna venti anni dopo co­minciò a versare lacrime di sangue a Marò­pati, scelse la famiglia dell'Avvocato Cor­diano, comunista. Prima di convertirsi, prima del prodigioso fenomeno, si professava co­munista, ma in pratica era un brav'uomo, piú intento ad aiutare i bisognosi che ad altro. Però in paese era considerato comu­nista, quasi esponente del comunismo, quale avvocato ed ex-sindaco.
Sono le dottrine perverse del comunismo ateo che rovinano le masse dei popoli ed il Cuore Immacolato di Maria col suo lacri­mare in casa di comunisti invita i suoi figli a riflettere per non farsi travolgere dalla corrente atea.
Ma tutti questi fatti strabilianti avven­gono solo nella bassa Italia?
No; anche all'estero altre immagini della Madonna hanno pianto, cosí pure dei Cro­cifissi hanno versato sangue. Ma per accen­nare solo all'Italia, anche verso il centro della penisola si verificano simili fatti. Ne è prova l'immagine della Madonna che versa sangue nella casa di Enzo Allocci, stimma­tizzato, dimorante a Porto Santo Stefano, zona Monte Argentario, provincia di Gros­seto.
Ma proprio in questo ventennio avvengono tante lacrimazioni misteriose? Perché nei secoli precedenti erano rarissimi tali casi? Come rispondere a questa domanda?
Il pianto della Madonna, come già si è detto, è segno di dolore. Quale potrebbe es­sere il motivo di questo dolore nel Cuore della Vergine? Non altro che l'offesa di Dio e la perdita delle anime.
Dal 1945, cioè dalla fine della terribile guerra mondiale, ad oggi l'umanità pare aber­rata: smania di piaceri, leciti ed illeciti; raf­freddamento religioso progressivo; contesta­zione di tutto ciò che in venti secoli di Cri­stianesimo si è creduto e praticato riguardo la fede ed i costumi; decadenza preoccu­pante del Clero, ecc... E poi: delitti, rapine, ingiustizie, scandali di moda e di trasmis­sioni televisive, pretesa di divorzio, liceità dell'infanticidio, lotte di classe, ribellioni alle autorità, guerre sanguinose e guerre fredde.
Siamo in un periodo storico eccezionale, in cui il male si diffonde rapidamente per le comunicazioni sociali e quindi si molti­plica presto.
Le anime deboli nella virtú e specialmente chi è nell'adolescenza e nella gioventú, co­storo facilmente si lasciano trasportare dal­l'ondata dei vizi e battono la via della per­dizione eterna.
La Vergine Addolorata, che ha visto croci­figgere il suo Gesú per la salvezza di queste anime, non può restare indifferente, come non resterebbe indifferente una qualsiasi. madre davanti alla rovina dei figli.
Ma le lacrime si ripetono, prima in un luogo, poi in un altro e poi in altri ancora. Vuol dire che l'umanità non riflette sui grandi avvenimenti, non comprende e non dà speranza di ravvedimento.
Continua e s'intensifica lo stato pietoso delle anime e continuano le lacrimazioni do­lorose della Madre di Dio.
Si faccia attenzione! Ci sono lacrime di sangue... e sangue vuol dire... sangue! Che queste lacrimazioni siano preavvisi di castighi di Dio sulla misera umanità?... Questo ormai si pensa da molti.
La Divina Giustizia non può restare indif­ferente davanti a tanto male e presto o tardi si pensa che agirà. Cosa avverrà nel mondo? Dio solo lo sa. Però sappiamo che la Madre del Redentore fa da potente Avvocata al trono di Dio e, se pregata ed onorata, potrà ottenere misericordia per l'umanità fuorviata.
Come può onorarsi la Madonna?
Col vivere la vera vita cristiana, con un maggiore distacco dal mondo e dai suoi pia­ceri, con il custodire in particolare il pudore con l'abito decente e con l'evitare persone, luoghi e divertimenti, che mettono in peri­colo la purezza dei costumi.
Inoltre si onori la Madonna con la recita quotidiana del Rosario e con l'accostarsi alla Santa Comunione ogni sabato in suo onore.
Non essendo possibile comunicarsi qualche sabato, si supplisca in altro giorno. Tenere in casa esposta l'immagine del Cuore Im­macolato di Maria.
Ciò che si raccomanda a tutti è: asciugare le lacrime della Madonna.
- Non piangere, o Vergine Addolorata!
Si può raggiungere lo scopo offrendo a Dio con cristiana rassegnazione le quotidiane sofferenze e le eventuali gravi croci della vita. 
(...)
Il messaggio della Madonna piangente invita a ripetere questa invocazione:
«Per le vostre dolorose e pietose lacrime, o dolce Madre del Cielo, salvate tutta la umanità»!

 
LEGGI ANCHE "LE LACRIME DI NOSTRA SIGNORA", per imparare a pregare il Rosario delle Lacrime

 
 
  "Non lascio passare un quarto d'ora senza che io elevi espressamente la mia mente a Dio" Don Giuseppe Tomaselli  (SCRITTI )